La sostenibilità nel modello di business

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La lotta al cambiamento climatico, e in particolare il contenimento del riscaldamento globale entro i due gradi, richiede un grande sforzo collettivo. Non è un caso che alla recente COP21 di Parigi (la conferenza ONU sul climate change) abbiano preso parte non solo i governi di tutto il mondo ma, per la prima volta, anche grandi aziende come Enel.

Università Bocconi e C4C, il programma di cooperazione globale della Banca Mondiale, hanno organizzato un workshop a Milano per presentare i risultati di tre anni di ricerche sulle collaborazioni tra governi, organizzazioni internazionali e aziende per un’economia più sostenibile. La questione fondamentale da discutere era la seguente: come possono le aziende integrare e gestire le tematiche di sostenibilità e lotta al cambiamento climatico nei loro modelli di business?

Nel suo intervento di apertura Francesco La Camera, direttore generale del Ministero italiano dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare, ha sottolineato come “nel 2016 nessun Paese può aspirare a giocare un ruolo internazionale senza avere una chiara strategia di sostenibilità”. Per vincere la lotta al cambiamento climatico “c’è bisogno di strumenti finanziari dedicati: pochi giorni fa la Cina e il Regno Unito hanno realizzato un fondo d’investimento comune per progetti di sostenibilità”.

La discussione è stata poi animata dagli interventi di accademici e rappresentati di organizzazioni internazionali e aziende. Tra questi, la responsabile di sostenibilità e practice sharing di Enel Maria Cristina Papetti, che ha dichiarato: “Non è più possibile distinguere tra obiettivi di sostenibilità e obiettivi di profitto. La nostra missione è creare valore condiviso e innovare attraverso la sostenibilità”.

A concludere l’evento, il professore di Strategia e Sostenibilità dell’Università Bocconi Maurizio Zollo: “Nessuno degli obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e della COP21 sarà raggiunto senza un profondo sforzo di cambiamento e innovazione del settore privato. Ora bisogna agevolare questo impegno e ridurne i rischi connessi. Per farcela sarà necessaria la collaborazione di istituzioni, accademici e società civile”.