Blu elettrico. L’acqua che crea energia

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C’era una volta e c’è ancora. L’utilizzo dell’acqua per la produzione di energia è un’avventura che Enel ha intrapreso con la fondazione dell’azienda, oltre 50 anni fa. Da allora, la nostra miniera d’oro blu si è evoluta in un patrimonio straordinario che conta più di 760 centrali e 1.500 gruppi in 13 Paesi, con competenze che vanno dagli impianti a serbatoio a quelli ad acqua fluente, dal mini idro al pompaggio.

L’idroelettrico è la fonte rinnovabile con la maggiore percentuale nel portafoglio di generazione del Gruppo, con impianti di diverse dimensioni in Europa e nelle Americhe per una capacità installata complessiva di oltre 27.000 MW*. In passato eravamo abituati a gestire separatamente, a livello organizzativo, le grandi centrali e i cosiddetti “mini idroelettrici”.

Questi ultimi sono impianti di piccola taglia, in grado di sfruttare brevi salti o portate d’acqua limitate, che riducono al minimo l’impatto sul territorio – sia in fase di costruzione che di manutenzione - garantendo una fonte di energia sicura e prevedibile. Una tecnologia che rappresenta uno dei più interessanti settori di sviluppo, soprattutto in Paesi maturi dal punto di vista energetico come Italia e Spagna, e offre un grande contributo alla sicurezza del sistema, nel nuovo paradigma della generazione distribuita.

Oggi la presenza in tanti Paesi comporta una necessità sempre maggiore di parlare una “lingua tecnica” comune, e per questo abbiamo deciso di integrare la gestione delle grandi centrali idroelettriche all’interno della Divisione Energie Rinnovabili. “Questa integrazione migliorerà il nostro modo di lavorare. La generazione idroelettrica di Enel aveva due anime parallele, seppur in sintonia. Ora abbiamo l’opportunità di mettere a fattor comune tutte le esperienze e le best practice, dalle competenze tecniche sviluppate nel grande idro alla flessibilità e alla capacità necessaria a gestire piccoli impianti” sottolinea Luigi La Pegna, Responsabile O&M Divisione Energie Rinnovabili di Enel.

Un sentiero di crescita che prosegue, pur con tutte le differenze dovute alle specificità dei territori, dal Po al Rio delle Amazzoni.

In Europa l’idroelettrico gioca un ruolo chiave, come evidenziato dallo studio The Hydropower sector‘s contribution to a sustainable and prosperous Europe, commissionato da Enel e altre utility per analizzare l’impatto economico e ambientale del settore sul sistema energetico. Con investimenti dagli 8 ai 12 miliardi di euro annui, l’idroelettrico è in grado di assicurare oltre 100.000 posti di lavoro per un valore medio annuo complessivo di 650.000 euro, che corrisponde a circa otto volte la produttività media del settore manifatturiero europeo.

Dall’altra parte del mondo, in America Latina, il recente completamento della centrale di El Quimbo (Colombia) mette a disposizione quasi 10.000 MW di capacità installata da centrali per lo più di grandi dimensioni. Nel continente americano, l’idroelettrico rappresenta il 20 per cento della produzione globale del settore e il solo Brasile ospita il 12 per cento delle riserve di acqua dolce del Pianeta. Dati che offrono una chiara fotografia di quanto la fonte rinnovabile più antica del mondo abbia ancora ampi margini di sviluppo in una zona dove la domanda di energia aumenterà ulteriormente nei prossimi decenni, spinta dalla crescita economica e demografica.

 

*Ultimo aggiornamento: 31 dicembre 2016