Dall'accordo di Parigi, la scintilla di una nuova era dell'energia

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Da Parigi a Marrakech, sulle tracce di una nuova energia per cogliere le opportunità aperte dall'accordo per il contrasto al cambiamento climatico, raggiunto quasi un anno fa nella capitale francese in occasione della 21ma Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (COP21 - UNFCCC).

L'accordo punta a evitare l’aumento della temperatura del pianeta oltre i 2 gradi centigradi, ma con l'impegno dei 195 paesi che lo hanno sottoscritto a compiere ogni sforzo per contenere questo aumento entro 1,5 gradi e a interrompere la curva di crescita delle emissioni di gas serra per arrivare a ridurle, entro la seconda parte del secolo, a un livello sufficientemente basso da essere assorbito naturalmente.

Obiettivi ambiziosi su cui i leader mondiali della politica e dell'economia sono stati chiamati a ridisegnare le proprie strategie di crescita e sviluppo, per trasformarle in opportunità. È stato questo il tema al centro del New York Times Energy for Tomorrow Conference, summit internazionale che il 3 e il 4 novembre ha riunito a Parigi 250 rappresentanti di governi e industrie. Un evento che prelude alla 22ma Conferenza sul Clima (COP22), in programma a Marrakech, in Marocco, dal 7 al 18 novembre.

Enel, tra le maggiori utility al mondo ad aver accolto e fatte proprie le sfide dell'accordo sul clima, ha preso parte all'evento promosso dal New York Times, portando la propria visione di cambiamento verso un nuovo modello energetico low-carbon, agile e tecnologicamente avanzato.

“Il nostro gruppo ha deciso di cambiare la sua strategia” - ha spiegato l'amministratore delegato di Enel Francesco Starace, intervenendo al panel Powering Up energy transition. “Ci siamo resi conto che dovevamo smettere di fare quello che l'industria energetica ha fatto per troppo tempo, ovvero investire su progetti di lungo termine, di oltre 3 anni, con una conseguente forte esposizione economica. La nostra strategia oggi si basa sulla costruzione di molti più impianti ma di taglia più piccola, privilegiando quelli che utilizzano fonti energetiche rinnovabili. Una strategia più facile da raccontare che da mettere in atto”, ha sottolineato Starace.

I pilastri del piano industriale del nostro gruppo puntano infatti su infrastrutture energetiche più agili e sostenibili, di minor impatto per l'ambiente, per i territori e per le comunità, e per le quali sia possibile programmare, già in fase di progettazione, l'intero ciclo di vita, dai materiali di costruzione al loro futuro smantellamento. Il tutto in un’ottica di economia circolare e creazione di valore condiviso.

L'altro elemento chiave della nostra strategia è la diversificazione geografica e tecnologica, puntando in particolare su green tech e digitalizzazione delle reti. “L'ampliamento delle geografie in cui operiamo – ha osservato il nostro AD – richiede una maggior complessità per il management, ma aumenta solo marginalmente i rischi. Un piano di sviluppo che è stato molto apprezzato dai nostri azionisti e condiviso con il management. Tuttavia, per rendere concreta questa nuova visione stiamo ridefinendo la nostra organizzazione”.

Il piano di crescita del nostro gruppo punta quindi a cogliere le opportunità aperte dalla sfida sul clima: “Enel – ha ricordato Starace – si è impegnata a raggiungere una produzione energetica completamente decarbonizzata entro il 2050”.

“Il nostro gruppo – ha concluso l'AD – vuole essere best-in-class nel servizio al cliente. E per farlo non è più sufficiente fornire semplicemente energia elettrica”. Per conquistare i nostri clienti puntiamo a offrire soluzioni e servizi innovativi e green, che promuovano l'elettricità come vettore energetico principale e un consumo responsabile, guidando le persone nella nuova era dell'energia.