Silenzio, motore, azione

Silenzio, motore, azione

L’ottava edizione di #EnelFocusOn si è tenuta a Roma: con Brian Solis, antropologo e analista digitale, e 42 influencer internazionali per parlare di mobilità elettrica

Cos’hanno a che vedere Victor Hugo, la fontana di Trevi e una celebre canzone del 1964 con le auto elettriche? Molto, anzi tutto, perché la mobilità elettrica non è solo un tema cruciale per il nostro futuro, ma a suo modo è anche musica, bellezza, cultura e filosofia di vita. Ed è un destino comune.

Se ne è discusso a Roma lo scorso 13 aprile durante l’ottavo #EnelFocusOn, il ciclo di talk sul mondo che ci aspetta, organizzato dal nostro Gruppo e partito proprio nella capitale italiana due anni fa.

“Questo incontro si tiene in un momento davvero entusiasmante per noi” ha esordito Ryan O’Keeffe, Direttore della Comunicazione di Enel, dando il benvenuto ai 42 influencer di otto diversi Paesi e alle parecchie centinaia di migliaia di spettatori che hanno assistito all’evento in streaming, “perché abbiamo appena annunciato l’estensione della partnership con Formula E per altri cinque anni: vogliamo essere i protagonisti della diffusione della mobilità elettrica in tutto il mondo.”

Ecco il motivo della partnership, e il tema di questo #EnelFocusOn: lo sviluppo della mobilità elettrica su scala globale e la rivoluzione tecnologica che lo rende possibile. L’evoluzione delle batterie e l’abbattimento dei tempi di ricarica, infatti, secondo O’Keeffe sono fattori chiave per la diffusione della e-mobility. In Formula E il progresso è già stato enorme, grazie anche alle nostre tecnologie.

“Nelle ultime quattro stagioni l’autonomia delle monoposto è raddoppiata, e dalla prossima basterà una sola vettura per completare l’intera gara, contro le due attuali. Questa per noi è la magia della Formula E”

Ryan O’Keeffe, Direttore Comunicazione di Enel
 

“La mobilità elettrica è un settore che vive un grande fermento” ha spiegato Alberto Piglia, Head of E-mobility di Enel X. “Intanto vediamo una fortissima spinta da parte delle case automobilistiche, sempre più convinte di dover puntare sull’elettrico, e infatti negli ultimi tempi l’offerta di modelli è aumentata enormemente. E possiamo immaginare che la crescita sarà esponenziale”. Anche in Italia, le ultime proiezioni annunciano un notevole incremento del numero dei veicoli elettrici che entro i prossimi sei anni passeranno dagli attuali 0,5 milioni a 1,5 milioni.

“Poi ci sono i governi, - ha proseguito Piglia - che ne incentivano l’uso per abbattere l’inquinamento migliorare la qualità della vita. E anche il consumatore comincia a intravedere i vantaggi: la e-car fa risparmiare tempo, perché si ricarica mentre è parcheggiata in strada o in garage e non costringe più a mettersi in coda per un pieno di benzina. Non sei soggetto ai periodici blocchi della circolazione e puoi guadagnare quando l’auto è ferma, perché questa diventa per noi una batteria su ruote utilissima per stabilizzare la rete con la nostra tecnologia Vehicle-to-Grid”.

“Ci sono programmi sempre più avanzati per il riciclo delle batterie usate, che non diventano fonti di inquinamento ma sono riutilizzate per altri scopi. È in atto una vera rivoluzione del concetto di mobilità”

Alberto Piglia, Head of E-mobility di Enel X

 

Il darwinismo digitale

A questo punto la parola è passata allo statunitense Brian Solis, keynote speaker dell’incontro, antropologo, futurologo, analista digitale e autore di diversi volumi sull’impatto dell’evoluzione tecnologica sulla società.

“È la prima volta che vengo a Roma e naturalmente ho voluto visitare la città” ha raccontato Solis. “Di fronte alla fontana di Trevi, la guida mi ha spiegato che finalmente, dopo il lungo restauro, la si può ammirare in tutto il suo splendore, cosa prima impossibile perché annerita da decenni di inquinamento. Ed è stato lì, davanti a quell'incredibile bellezza, che ho pensato: basterebbe questo a convincermi a comprare un'auto elettrica. Sapere di inquinare meno.”

Rispetto alle e-car, Solis si definisce un consumatore accanito, un vero e proprio geek: “Sono convinto che il futuro della nostra mobilità sarà elettrico e condiviso. La società di oggi è improntata a quello che chiamo ‘darwinismo digitale’, ossia un ecosistema in cui lo sviluppo tecnologico provoca un continuo sconvolgimento dei paradigmi”.

“Sopravvive solo chi si adatta ed evolve rapidamente, mentre chi non lo fa è destinato a soccombere. Dunque, quando una tecnologia arriva, faremmo meglio ad adattarci in fretta”

Brian Solis, antropologo e analista digitale
 

“In molti paesi, come gli Usa o la Germania, - ha proseguito Solis - l’automobile è ancora uno status symbol: ecco perché l’elettrico non prende piede. La mia macchina la voglio veloce, tosta e rombante, non m’importa che sia sostenibile. Quindi il successo della e-car dipende soprattutto da un cambiamento dello stile di vita”.

Il quale, ha aggiunto Piglia, passa anche dal rumore. “Per molte persone è fondamentale quando si sceglie un modello. Il rumore fa il brand, e bisogna che l’auto elettrica risulti cool anche alle orecchie, facendo sì che emetta un suono accattivante. Che è quello del silenzio, ma con qualcosa in più”. Un po’ come quel “The Sound of Silence” che nel celebre brano di Simon & Garfunkel era il sussurro di “una visione che avanza delicatamente”: forse quella del futuro.

Un altro problema, ha proseguito Solis, è rappresentato dalle infrastrutture: “Nella Silicon Valley, dove vivo, tutti i miei amici che possiedono un’auto elettrica pianificano gli spostamenti in base alla posizione dei punti di ricarica, e lo vivono come una limitazione della libertà. Forse hanno ragione, ma è anche vero che con l’autonomia media raggiunta oggi da una e-car possiamo compiere il 90 per cento dei nostri spostamenti, che sono in ambito urbano”.

“C’è di buono che la mobilità in generale sta cambiando, e insieme il nostro rapporto con essa: sempre più persone cominciano a pensarla non più come un asset personale (la macchina) ma come un servizio (il car sharing)”

Brian Solis, antropologo e analista digitale

 

Cambiare lo stile di vita

Rimane, poi, quello che per il futurologo è lo scoglio più significativo da superare: “più che all’ambiente e a che razza di pianeta lasceremo ai nostri figli, noi pensiamo alla nostra convenienza e alla nostra comodità qui e ora”. Dunque il segreto per diffondere la filosofia della e-mobility “è far sì che risulti pratica, che ci faccia risparmiare tempo e soldi e sia anche cool. A quest’ultimo aspetto pensa la Formula E: più cool di così non saprei immaginarla. Riguardo alla convenienza, idee come il V2G sono esattamente ciò di cui c’è bisogno: quando ho scoperto come funziona sono andato fuori di testa”.

In definitiva, per Solis non c’è altra scelta che cambiare radicalmente il nostro stile di vita. Questo l’appello conclusivo rivolto agli influencer in sala: “Convincete le persone che vi seguono a farlo, o quantomeno a provarci: ne vale la pena”.

Un appello che gli influencer presenti hanno raccolto con entusiasmo: “Stiamo vivendo un periodo di cambiamenti tecnologici a crescita esponenziale, e ciò mi rende molto ottimista: dobbiamo solo rimboccarci le maniche e andare avanti” ha detto l’inglese Jeremy Leggett, un imprenditore dell’energia solare con una lunga esperienza in Greenpeace alle spalle. “I governi devono guidare il cambiamento, ma non da soli: per migliorare il futuro del pianeta è indispensabile il contributo delle grandi aziende” ha aggiunto la brasiliana Valquíria Daher di Projeto Colabora. Le ha fatto eco il colombiano Andrés Motta: “Trovo solo un termine per descrivere ciò che sta facendo Enel per sviluppare la mobilità elettrica: pioneros”.

In un mondo regolato dal “darwinismo digitale” cambiare il nostro stile di vita è una scelta obbligata. Come ha sottolineato Ryan O’Keeffe in chiusura, “oggi ci sono ancora molti problemi e non abbiamo tutte le soluzioni. Ma ne stiamo parlando e questo è fondamentale, perché i tempi sono più che maturi e il futuro della mobilità elettrica è adesso. Come disse Victor Hugo, nessun esercito può fermare un’idea il cui momento è arrivato”.