Sostenibilità, potere ai consumatori

Sostenibilità, potere ai consumatori

A New York la quindicesima edizione dell’#EnelFocusOn. Con Cyrus Wadia, Sustainability leader, innovatore e scienziato, siamo andati alla scoperta delle scelte dei consumatori, sempre più attente alla sostenibilità dei prodotti che acquistano

È stato detto che il potere non fa le cose giuste, fa solo la storia. Oggi, però, può fare entrambi. E il bello è che quel potere è nelle mani di ciascuno di noi.

Ecco il cuore dell’ultimo #EnelFocusOn, il ciclo di talk organizzati dal nostro Gruppo nel mondo per stimolare una conversazione globale sui temi, le sfide e le opportunità del futuro. Un appuntamento arrivato alla 15esima edizione che ha segnato anche il traguardo di dieci milioni complessivi di persone che hanno seguito gli eventi in live streaming. Questa è stata la volta di New York, dove lo scorso 11 aprile, insieme a dieci influencer provenienti da sei Paesi, si è discusso sul tema “Embracing consumer demand for sustainable products”.

La domanda dei consumatori è, per l’appunto, potere. Anzi, un superpotere: decidendo come e cosa consumare, coscienti dell’impatto ambientale di ciò che acquistiamo, possiamo contribuire in modo radicale a rendere il pianeta un posto migliore.

Il talk è stato aperto da Antonio Cammisecra, CEO di Enel Green Power, che ha sottolineato come il problema del cambiamento climatico sia stato percepito in modo sbagliato fino alla scorsa generazione. Un sondaggio della KRC Research, condotto a marzo di quest’anno su un campione di adulti residenti negli Usa, dimostra che una percentuale ancora piuttosto bassa della popolazione è preoccupata dalle manifestazioni più tangibili del degrado ambientale come l’inquinamento dell’acqua (un problema citato dal 64% delle persone) e dell’aria (59%), mentre poco più della metà dell’opinione pubblica è impensierita dal cambiamento climatico in generale, e soltanto il 48% associa a quest’ultimo la necessità di generare energia da fonti rinnovabili. Inoltre, ha detto Cammisecra, manca il senso dell’urgenza, del tempo che stringe, come se si trattasse di problemi la cui soluzione può essere demandata alle generazioni future.

È invece fondamentale agire oggi, ma a chi spetta farlo? Un terzo degli statunitensi pensa che debbano essere i governi e le organizzazioni sovranazionali, ma il 27% cita anche le grandi corporation, e un quarto sostiene che la soluzione sta nelle mani di ciascuno di noi: si tratta solo di prenderne coscienza. Probabilmente la risposta giusta è: tutti quanti insieme.

 

Rinnovabili, informare il consumatore

“Dalla fondazione di EGP - ha detto Cammisecra - siamo riusciti a dimostrare a governi e aziende la convenienza e la necessità delle rinnovabili. L’azienda ha visto crescere la propria capacità contrattata di PPA (Power Purchase Agreement) con le grandi aziende energivore, i cosiddetti clienti C&I, dai 273,6 MW del 2014 agli 860,2 del 2018, e fornisce energia pulita ad aziende del calibro di Facebook, Citi e Anheuser-Busch, il colosso mondiale della birra. È una sfida che abbiamo vinto, ma nei prossimi anni dovremo confrontarci con una altrettanto grande: convincere sempre più consumatori. Non vediamo ancora segnali chiari che il consumatore basi la propria scelta di acquisto sull’impatto ambientale del prodotto, ed è a questo che dobbiamo puntare: cambiare l’approccio del cliente e portarlo a sentire la necessità di consumare prodotti a basso impatto ambientale”. Affinché succeda, ha sostenuto il CEO di Enel Green Power, il cliente deve essere informato su come è stato prodotto quel bene, quanta energia si è impiegata e di che tipo, se i materiali sono riciclabili e in quale percentuale, quindi è importantissimo che le aziende comunichino tutto ciò. “È un’opportunità enorme, e insieme un dovere morale che tutte le imprese oggi hanno: diffondere quella necessità di consumo sostenibile per lasciare un’eredità futura.”

 

I brand e le nuove generazioni: aumenta la richiesta di sostenibilità

È dello stesso avviso Cyrus Wadia, il keynote speaker di questo #EnelFocusOn, secondo cui “la sostenibilità sarà il fulcro della crescita delle corporation nel XXI secolo. Molte aziende ci stanno investendo, ma non ce n’è ancora una che abbia trovato la ricetta perfetta, e c’è ancora un sacco di lavoro da fare”. Wadia è una delle voci più autorevoli al mondo nel campo della sostenibilità: scienziato e innovatore, è stato vicepresidente del settore sostenibilità e innovazione alla Nike, nonché consulente della Casa Bianca per le energie e i materiali rinnovabili.

Secondo Wadia, la diffusione delle piattaforme di comunicazione digitali ha aumentato a dismisura la richiesta di sostenibilità, in particolare fra la Generazione Z (i nati tra la fine del secolo scorso e l’inizio di questo), che ha aspettative molto esigenti rispetto al comportamento delle aziende. I giovani pretendono che i brand comunichino in modo chiaro i propri valori, e si aspettano che le corporation usino il loro enorme potere per cambiare in meglio le sorti del pianeta. Il 90% dei millennial si dice disposto alla fedeltà nei confronti di quei brand che abbiano sposato una causa, e pronto a cambiare le sue abitudini di acquisto per ridurre l’impatto ambientale.

“Per le aziende - ha affermato Wadia - è una questione di visione, e dunque di leadership illuminata: devono imparare a pensare al futuro non in termini di anni fiscali, ma di generazioni, almeno un quarto di secolo. E devono cominciare a farlo adesso. La domanda che dovrebbero porsi è: col mio modo di fare business oggi, che mondo lascerò in eredità ai miei nipoti?”

In questo le corporation, sostiene Wadia, possono contare su un alleato: “Oggi la tecnologia ci dà la possibilità di fabbricare prodotti mantenendo un livello elevatissimo di qualità, ma con impatto sempre più vicino allo zero. Produrre usando energia da fonti rinnovabili è fondamentale, ma si tratta anche di puntare molto sull’innovazione aperta e sostenibile, per esempio per elaborare processi di manifattura con scarto di materiale nullo, che è quanto ha fatto la Nike con alcuni modelli di scarpe. Tuttavia per fare ciò è necessaria la cooperazione, la disponibilità a entrare in un ecosistema esteso ben oltre i confini dell’azienda, perché è impossibile riuscire ad agire singolarmente”.

 

La sostenibilità produce valore

Non è un processo semplice, né rapido. Tuttavia, come ha osservato Roberto Deambrogio, Direttore Comunicazione del nostro Gruppo, finisce sempre per produrre valore. “Realizzare prodotti autenticamente sostenibili è sempre più importante, e a sua volta contribuisce ad accelerarne la domanda: è ciò che verifichiamo con la nostra offerta di energia rinnovabile, e di prodotti e servizi basati sulla completa sostenibilità, che promuovono un nuovo senso di benessere e pertanto generano una domanda sempre maggiore”.

“Dobbiamo lavorare su due fronti” ha proseguito Deambrogio: “Le grandi aziende devono rendere sempre più sostenibile il loro sistema produttivo e, al tempo stesso, accrescere fra i consumatori la consapevolezza di quanto sia importante per il futuro di tutti noi acquistare beni e servizi prodotti in modo sostenibile. In altre parole, dobbiamo creare un sistema capace di diffondere una cultura della sostenibilità, e in tal modo di generare un circolo virtuoso di domanda e offerta”.

Deambrogio ha infine sottolineato come per un’azienda la sostenibilità generi sempre valore: permette di ridurre i costi di produzione, incrementa i margini di guadagno, rafforza la fedeltà del cliente e vede le finanziarie disposte a concedere prestiti a tasso più basso.

In questo quadro generale, l’utilizzo di energie rinnovabili, oggi molto più economiche di quelle provenienti da fonti tradizionali, contribuisce in maniera significativa all’abbattimento dei costi, oltreché a quello dell’impatto ambientale, dato che, come ha ricordato Cammisecra, "la metà delle emissioni di COè oggi causata dalla generazione di energia da fonti fossili”.

Un caso esemplare è quello di Anheuser-Busch, uno dei maggiori produttori di birra al mondo, che grazie a Enel Green Power sta producendo la sua birra Budweiser negli Stati Uniti con il 100% di energia rinnovabile. A raccontare questa scelta è stata Jodi Harris, Vice President Marketing Culture and Learning dell’azienda, che ha detto: “La nostra mission è sempre stata quella di voler rendere l’America un posto migliore dove vivere. Ci sembra che il modo più efficace di tenervi fede sia produrre buona birra riducendo la nostra impronta sull’ambiente”. Una scelta che è stata messa al centro della strategia di comunicazione del colosso dell’industria alimentare, e che ha incontrato l’apprezzamento di una larghissima fetta di clientela.

Alle parole di Jodi Harris ha fatto eco Valerie Smith, Global Head del settore Corporate Sustainability di Citi, una delle maggiori società di servizi finanziari al mondo: “Ci siamo prefissi di decarbonizzare completamente le nostre attività entro il 2020. All’inizio lo consideravamo un obiettivo marginale, ma oggi è diventato un pilastro fondamentale della nostra strategia di crescita. In tutto ciò, l’energia rinnovabile è per noi la pietra angolare su cui costruire ogni progetto di sostenibilità che un’azienda voglia realizzare. Inclusa la nostra. È l’elemento che ci dà il potere di immaginare qualsiasi cosa”.

Immaginare, in questo caso, significa poter cambiare in meglio. E la capacità di fare dei cambiamenti, secondo Martin Luther King, è proprio la definizione di potere. 

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