Starace: la strada di Enel verso il 2019

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"Un convincente invito all'investimento". Così l'AD di Enel, Francesco Starace, ha definito il nuovo piano strategico del Gruppo per il periodo 2015-2019, presentato il 19 marzo a Londra, frutto di un nuovo modo di intendere il ruolo e lo sviluppo dell'azienda, adeguato all'evoluzione costante del contesto globale e focalizzato a trarre valore dai punti di forza del Gruppo che emergono già dai risultati ottenuti nel corso dell'ultimo anno.

Gli obiettivi del 2014 sono stati raggiunti sia sul lato dell'operatività che finanziario nonostante il contesto macroeconomico e la mancanza di crescita dei mercati maturi. Grazie alla riorganizzazione strutturale del Gruppo, alle iniziative di riassetto societario in alcune partecipate assunte in particolare nella seconda parte del 2014 e alle cessioni di alcuni asset non strategici, Enel ha rispettato i target comunicati a mercato e investitori crescendo nelle rinnovabili e nei Paesi emergenti, aumentando il numero di clienti e proseguendo la strada dello sviluppo tecnologico e digitale delle reti distribuzione.

Il target del livello di indebitamento è stato rispettato secondo il piano avviato negli anni precedenti e "ora guardiamo avanti – spiega Alberto De Paoli, CFO di Enel – a partire dalla linee guida del nuovo piano industriale, molto più orientato a garantirne la sostenibilità attraverso la generazione di flussi di cassa aggiuntivi tramite la crescita dei business". L'orizzonte di cinque anni che si è posto il Gruppo tiene conto del "cambiamento in atto nel nostro settore" dice De Paoli. "Tradizionalmente quello a dieci anni era un orizzonte temporale normale sul quale pianificare, oggi con investimenti brevi come timing e un contesto molto volatile, il periodo di tempo più consono è di cinque anni".

Enel conta su punti di forza che la rendono unica nel panorama energetico globale perché è uno dei più grandi Gruppi a livello mondiale e conta su una diversificazione tecnologica e geografica che trova pochi paragoni in altri competitor del settore. Per capitalizzare questi punti di forza il nuovo corso del Gruppo ha "eliminato i punti di debolezza - spiega Starace - che erano soprattutto legati alla nostra complessità organizzativa e a una struttura non più adeguata al contesto". E ha individuato quattro direttrici di sviluppo strategico:

  • Eccellenza operativa per ottimizzare l'allocazione del capitale e ridurre il cash cost migliorando anche approvvigionamenti e tecnologie;
  • Crescita industriale "che sia granulare, composta da impianti più piccoli e numerosi", modulabile nel tempo adeguandosi ai cambiamenti e alle esigenze dettate dall'evoluzione dei diversi contesti;
  • Ricambio degli asset con una gestione attiva del portafoglio per liberare risorse e consentire investimenti utili a cogliere ulteriori opportunità di crescita là dove esse si presentano;
  • La nuova politica dei dividendi è parte integrante della nuova strategia di Enel che muove dalla consapevolezza del fatto che, dice Starace, è "difficile per un'azienda avere una strategia di successo se gli azionisti non la condividono" e li vuole premiare offrendo certezza nel breve termine e un significativo potenziale di crescita nel medio termine.

I vantaggi per gli azionisti di Enel che emergono dal nuovo piano industriale sono molteplici "ma il principale - sottolinea l'AD - è avere un'azienda più agile e snella, più capace di affrontare le trasformazioni turbolente che ci sono attorno a noi e di interpretare i nuovi bisogni che emergono nel mondo energetico a livello mondiale".

"Si può crescere a patto di evitare due errori – afferma Starace – comuni sino ad oggi a quasi tutte le aziende del settore energetico. Il primo: costruire impianti di generazione 'colossali' non più adatti al mondo in cui viviamo. Il secondo: costruire impianti senza sapere a che prezzo si venderà l'energia che produrranno, cosa ormai possibile in quasi tutte le parti del mondo".

I trend del futuro già in corso parlano di crescita demografica e conseguente aumento della domanda energetica dei Paesi emergenti, due fenomeni che chiedono la capacità di realizzare infrastrutture di generazione, di trasmissione e di rete. Lo sviluppo tecnologico dei Paesi con economie mature sta trasformando la vita quotidiana e anche il settore energetico, e questo scenario chiede invece di saper tradurre digitalizzazione e innovazioni high-tech in valore aggiunto lungo tutta la filiera dalla produzione al consumo. Dall'America Latina, all'Africa all'Europa il Gruppo Enel sta già rispondendo a queste domande e il piano strategico 2015-2019 è la road map di un nuovo percorso fatto di sostenibilità, competitività e crescita.