Industria 4.0, il futuro dell'economia tra digitalizzazione e sostenibilità

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Il termine digital disruption è mutuato dalla teoria della disruptive innovation: questa descrive il momento in cui una nuova tecnologia cambia processi produttivi o servizi in un settore e ne rivoluziona il modello di business. Coniato nel 1995 da Clayton Christensen, Professore di Business Administration alla Harvard Business School, il concetto è stato poi ampliato dal suo autore in uno di quelli che è considerato un testo sacro dell'economia high tech, “The Innovator's Dilemma. When new technologies cause great firms to fail".

In vent'anni, la rivoluzione digitale (dall'avvento di internet alla connettività ovunque fino all'Internet delle cose e alla robotica) ha cambiato a una velocità impressionante e radicalmente ogni settore economico e il modo stesso di fare innovazione.

Per capire la portata dirompente della digital disruption, basti ricordare che i nuovi modelli di business digitali sono la ragione principale per cui poco più della metà delle aziende presenti nel 2000 nella classifica di Fortune 500 sono scomparse. Un processo inesorabile che il World Economic Forum ha chiamato "Quarta rivoluzione industriale" (Industry 4.0), caratterizzata non solo dall’adozione di massa delle tecnologie digitali, ma da una continua spinta innovativa in più settori, dall'energia alle bioscienze.

Le implicazioni della digital disruption e dell'Industria 4.0 sono stati i temi affrontati nei giorni scorsi a Davos-Klosters, in Svizzera, in occasione del 46mo incontro del World Economic Forum (WEF). “Affrontare la quarta rivoluzione industriale” è stato infatti il tema su cui si sono confrontati oltre 2.500 leader del mondo economico, governativo, delle organizzazioni internazionali, della società civile, del settore accademico, dei media e delle arti.

L'economia digitale, spiega lo studio "Digital Disruption: the Growth Multiplier", diffuso al WEF da Accenture, vale oggi il 22 per cento del prodotto interno lordo (PIL) mondiale. Le prospettive "globali" di crescita indicano inoltre che l'ottimizzazione di competenze e tecnologie digitali potrebbe generare fino a ulteriori 2 trilioni di dollari di produzione entro il 2020. Investire in questo settore, sottolineano gli analisti di Accenture, non solo incrementerà il valore del digitale stesso, ma avrà un effetto moltiplicatore per l'intera economia che innescherà un circolo virtuoso su aziende e società.

Il settore energetico gioca in questo contesto di accelerazione e innovazione un ruolo fondamentale, anche rispetto a quelle che sono state individuate nel corso del Forum tra le priorità e le sfide del 2016 e dei prossimi anni. Tra questi i rischi connessi al cambiamento climatico e la necessità di puntare su una produzione sempre più green.

Negli ultimi anni, ha sottolineato l'ex vicepresidente degli Stati Uniti Al Gore, c'è stata “una splendida crescita delle energie rinnovabili e un forte calo del loro costo”. Una tendenza che proseguirà nel 2016 e che, ha concluso, “continuerà fino al punto in cui sarà la fonte più economica di energia elettrica in tutto il mondo”.

Ma senza investimenti nella digitalizzazione delle infrastrutture energetiche, le soli fonti rinnovabili non saranno in grado di vincere la sfida della decarbonizzazione e dell'accesso sostenibile all'energia in tutti gli angoli del mondo. A evidenziarlo è stato l'amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Enel Francesco Starace, nominato co-presidente dell’Energy Utilities and Energy Technologies Community del WEF.

“Il programma di lavoro della comunità per il 2016 si concentrerà sui cambiamenti chiave che stanno trasformando l’industria energetica, tra cui l’elettrificazione, la decentralizzazione e la digitalizzazione lungo la catena di valore”, ha sottolineato Starace. Questi tre fattori, ha poi aggiunto, “sono alla base dei profondi cambiamenti del settore elettrico, in cui la quarta rivoluzione industriale sta portando evoluzioni tecnologiche a una velocità senza precedenti. Col nostro programma vogliamo far crescere la consapevolezza dell’impatto che la digitalizzazione e la decentralizzazione stanno avendo sull’infrastruttura elettrica, mentre è in corso la progressiva decarbonizzazione, e fornire ai decisori politici delle raccomandazioni per adattare i sistemi elettrici a questi cambiamenti e non rimanere indietro”.
 
Enel è “Industry Partner” del World Economic Forum, qualifica riservata ai membri che sono attivamente coinvolti a livello industriale nel portare avanti la missione del Forum.

Le comunità di industriali, o “Governors”, come quella sulle tecnologie energetiche, sono state formate dal WEF per alimentare il dibattito su temi globali di rilevanza strategica nei diversi settori. I Presidenti e co-presidenti delle Communities hanno il compito di individuare temi e problemi rilevanti per ogni settore, guidando il gruppo verso il confronto e la ricerca di soluzioni e svolgendo la funzione di “ambasciatori” al di fuori della comunità. Compito che per la Energy Utilities and Energy Technologies Community il nostro amministratore delegato svolgerà insieme al co-presidente Jean-Pascal Tricoire, amministratore delegato e presidente della Schneider Electric.

Tra i temi dibattuti nel corso delle oltre 300 sessioni di lavoro del WEF 2016, anche la sfida dell'accesso all'energia sostenibile a tutti, come chiave imprescindibile per portare i benefici della rivoluzione digitale in ogni angolo del mondo. Sull'argomento si è focalizzato il panel “Catalysing Clean Power”, aperto da Roberto Bocca, Head of Energy Industries e membro del Comitato Esecutivo del WEF, e che ci ha visto protagonisti ancora con il nostro ad Starace. Sul tavolo un tema centrale per il futuro del Pianeta: come investire in energie rinnovabili e renderle ‘scalabili’ in quelle aree del mondo (in particolare Asia e Africa) dove ancora milioni di persone non hanno accesso all'elettricità.

Un fronte su cui – in qualità di leader nelle tecnologie rinnovabili e promotori di strategie di crescita basate sulla creazione di valore condiviso – siamo in prima linea con progetti di sviluppo e promozione delle tecnologie green in numerose realtà, dall'America Latina all'Africa subsahariana.