Roma, 29 gennaio 2005 Enel apprende con sorpresa delle conclusioni dellistruttoria dellAutorità per lenergia elettrica e il gas sui distacchi programmati del giugno 2003, che avevano comportato la sospensione dellerogazione dellelettricità a rotazione a circa il 5% delle famiglie italiane a causa di un picco di domanda determinato dallondata eccezionale di caldo.
LAutorità non impone ad Enel alcuna sanzione e tuttavia chiede al Gestore della rete di non effettuare ad Enel i versamenti per il servizio di riserva del sistema relativi al primo semestre 2003, con una procedura che Enel ritiene non rituale e contro la quale si riserva ogni possibilità di difesa.
Per quanto riguarda i fatti relativi ai distacchi programmati del giugno 2003, Enel ritiene che il suo comportamento sia stato trasparente in quanto il programma di disponibilità degli impianti Enel nel periodo 2002-2004 era a completa conoscenza dellAutorità già dal dicembre 2001. Nel dettaglio, impianti per 1.293 Megawatt erano fermi a seguito di decreti ministeriali, 793 MW erano disponibili dietro adeguato preavviso e 225 MW erano fermi perché oggetto di conversione ad altri combustibili.
Secondo la normativa in vigore allepoca dei fatti, la disponibilità degli impianti di produzione non era soggetta ad alcuna specifica regolamentazione, che è stata definita soltanto nellottobre del 2003 anche grazie allesperienza maturata nellemergenza dellestate.
Enel, dal canto suo, fin dai giorni immediatamente successivi allemergenza del giugno 2003 aveva risposto tempestivamente alla crescente domanda di energia, prevedendo in piena autonomia lammodernamento e la riattivazione di impianti per 1.200 Megawatt, che hanno consentito assieme ad un migliore coordinamento del sistema produttivo da parte del Gestore della Rete - già nellinverno successivo e poi nellestate 2004 di far fronte alla crescente domanda di elettricità da parte delle famiglie e delle imprese italiane.