Idroelettrico, rinnovabile e sostenibile, ma in UE servono regole comuni

Sviluppo e innovazione dell'idroelettrico in primo piano a HYDRO 2014, la convention annuale di settore organizzata da Hydropower & Dams, in collaborazione tra gli altri con l'IEA - International Energy Agency. L'edizione 2014 è stata ospitata a Cernobbio sul lago di Como e ha visto la partecipazione di circa 1.500 esperti provenienti da 90 Paesi.

“I temi dibattuti durante l'evento hanno toccato tutti gli aspetti del settore, con numerosi panel tecnici, key studies, focus su progetti in corso in diverse aree geografiche e utilizzo di strumenti quali il project financing e le strategie della comunità internazionale ”, spiega Daniele Rizzacasa, Project Engineer di Enel Green Power.

Nel mondo, Enel è tra le utilities che dispongono di maggior potenza installata e che gestiscono più impianti idroelettrici, con un know how che le permette di essere un punto di riferimento importante a livello internazionale.

Tra gli obiettivi della manifestazione c'è, infatti, anche quello di promuovere uno sviluppo sostenibile dell'energia idroelettrica. Secondo un'analisi dell'IEA, entro il 2030 la produzione mondiale potrà essere raddoppiata.

In Italia, dove l'idroelettrico ha una lunga tradizione (e oggi contribuisce a circa il 15% dell'elettricità nazionale), le prospettive di crescita per Enel sono legate da un lato ai piccoli nuovi impianti per lo sfruttamento del deflusso minimo vitale delle acque, indispensabile per mantenere in vita la fauna sui fiumi, e dall'altro all'aggiornamento di quelli storici, avviato nell'ultimo triennio per sostituire le macchine degli anni '40, '50 e '60 con sistemi più moderni, migliorando efficienza e rendimento.

Tuttavia il sistema delle concessioni idroelettriche in Italia andrebbe rivisto. A sostenerlo Francesco Starace, ad di Enel, in occasione di una recente audizione in Senato. Sulle concessioni per le centrali idroelettriche c'è una forte asimmetria dell'Italia rispetto ad altri Paesi nel sistema europeo. La durata delle concessioni idroelettriche italiane, infatti, è mediamente più breve (20-30 anni) e l'Italia è uno dei pochi Stati dove, a scadenza, sono previste gare per il rinnovo basate su offerta economica, capacità installata e impatto ambientale. Nel resto dell'Europa le concessioni hanno una durata tra i 70 e i 90 anni. Vi è quindi un evidente squilibrio, ha evidenziato Starace, e per questo sarebbe necessario trovare una soluzione transitoria per quelle in scadenza.

Sarebbe quindi opportuno prendere tempo, non tanto per l'Enel, le cui concessioni scadranno nel 2029, ma per gli altri operatori, e avviare un doppio percorso: a livello nazionale, per unificare il sistema delle concessioni tra le Regioni, e a livello Ue per uniformare il mercato. “Noi crediamo – ha concluso Starace – che il problema della convergenza del mercato unico dell'energia europeo sarà affrontato e risolto nel giro di pochi anni”.