Acqua e comunità, risorse da tutelare

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In Cile, la controllata Endesa ha deciso di sospendere la realizzazione di cinque progetti idroelettrici per un totale di 821 MW, perché valutati non più sostenibili sul piano sociale, ambientale ed economico.

Creare valore condiviso per l'azienda e per le comunità in cui si opera vuol dire a volte tornare sui propri passi.

La strategia di crescita adottata da Enel negli ultimi due anni ha portato tutte le business line del Gruppo a rivoluzionare l'approccio alle scelte di investimento e a riesaminare la fattibilità, in termini di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, di tutti i progetti infrastrutturali ancora in fase di valutazione.

È sulla base di questo nuova prospettiva che, martedì 30 agosto, il consiglio di amministrazione di Endesa Cile ha deciso di rinunciare ai diritti di sfruttamento dell'acqua relativi alla costruzione di cinque impianti idioelettrici, per un totale di 821 MW.

"In linea con il Piano strategico del Gruppo – ha spiegato l'ad della controllata cilena Valter Moro - vogliamo concentrarci solo sulla costruzione di infrastrutture che siano tecnicamente ed economicamente fattibili e condivise con le comunità in cui saranno realizzate. Nel caso di questi progetti idroelettrici, sulla base degli studi effettuati, abbiamo concluso che non erano più sostenibili e per questo motivo abbiamo rinunciato ai diritti di sfruttamento delle acque, restituendoli al paese, affinché possano essere utilizzati per altri tipi di sviluppo”.

La decisione, ha precisato Moro, è stata presa dopo un attento studio di fattibilità degli interventi, svolto sulla base dei nuovi elevati standard di sostenibilità definiti a livello di gruppo. Valutando quindi, oltre alla loro redditività, sia l'impatto sociale e ambientale, sia i requisiti tecnici che avrebbero implicato.

I cinque impianti idroelettrici, che non saranno più costruiti, interessavano diverse zone del paese sud americano: Bardon (fiume Cautín, La Araucanía, 14 MW), Chillán 1 e 2 (fiume Chillán, Biobio Region, 17 MW), Futaleufu (fiume Futaleufu, regione di Los Lagos, 1.330 MW), Puelo (fiume Puelo, Regione di Los Lagos, 750 MW) e Huechún (Metropolitan Region, 40 MW).

In Cile, la nostra controllata continuerà a lavorare sul portafoglio di interventi opzionali, per favorire lo sviluppo di quelli realmente competitivi e necessari per lo sviluppo del paese, nel rispetto dell'ambiente e della condivisone con le comunità locali.

Siamo impegnati a realizzare un nuovo modello di sviluppo energetico e a tornare sui nostri passi, se ci troviamo di fronte a un intervento non più sostenibile, per noi e per le realtà in cui operiamo.

Per questo stiamo rivoluzionando l'approccio alla progettazione delle nostre infrastrutture energetiche, partendo dall'ascolto e valutando tutti i fattori in gioco, dalle ricadute sociali e ambientali, alla scelta dei materiali, alla programmazione del futuro smantellamento degli impianti.​