Con Enel l’Innovation Roundtable arriva a Roma

Con Enel l’Innovation Roundtable arriva a Roma

Ospitato per la prima volta in Italia, grazie al nostro Gruppo, l’Innovation Roundtable, il network che mette in connessione più di 150 multinazionali per condividere best practice innovative. Il 23 e il 24 maggio, manager e professori universitari hanno presentato modelli di business disruptive, mettendosi anche alla prova per lanciare nuove idee sul mercato.

Una giornata sui modelli di business disruptive, una sulla cultura dell’innovazione e lo spirito imprenditoriale. Questi i temi trattati a Roma dall’Innovation Roundtable, il network che mette in connessione oltre 150 multinazionali per condividere best practice innovative e che, dal 23 al 24 maggio, è stato ospitato per la prima volta in Italia grazie a Enel.

L’evento si è svolto presso l’hotel Sheraton Parco de’ Medici, dove il nostro Gruppo ha offerto anche due contributi allo sviluppo del programma: Francesco Venturini, Ceo di Enel X, ha parlato in apertura del cambiamento che la nostra nuova divisione dedicata all’hi-tech dell’energia vuole portare nel settore, mentre Ernesto Ciorra, direttore Innovability di Enel, ha inaugurato la seconda giornata con una presentazione sulla cultura dell’innovazione. Il modello di business di Enel, che unisce innovazione e sostenibilità facendo del nostro Gruppo il leader mondiale nella produzione di energie rinnovabili, è infatti un riferimento anche per l’Innovation Roundtable.

 

Le sfide del mercato dell’energia

Nell’evoluzione del settore energetico sono oggi individuabili 4 diverse tendenze che stanno portando a una profonda trasformazione del mercato: decarbonizzazione, elettrificazione, digitalizzazione e la sempre maggiore centralità dei bisogni dei consumatori.

Per Venturini sono proprio le energie rinnovabili a rappresentare uno dei fattori disruptive più importanti e le stime di Bloomberg New Energy Finance, riguardanti il loro impiego, lo dimostrano: entro il 2040 la penetrazione delle rinnovabili salirà al 60%, mentre l’elettricità diverrà la prima fonte di crescita nel consumo di energia (38% del totale). Sempre più consistenti appaiono inoltre gli investimenti nelle infrastrutture elettriche digitali: solo nel periodo 2014-2016, a livello mondiale, è stato registrato un aumento del 45%. Per rispondere ai nuovi bisogni generati dallo sviluppo sostenibile, Enel X ha perciò lanciato 4 linee globali di prodotto per le aziende (e-Industries), le città (e-City), la casa (e-Home) e la mobilità (e-Mobility). In questo modo è possibile affrontare la sfida della “customer experience” (l’89% delle compagnie si aspettano di competere proprio su questa base, secondo una ricerca di Gartner), attrarre i giusti talenti (l’81% dei millennial considera lo stato d’arte della tecnologia importante per creare il posto di lavoro ideale) e far fronte alle trasformazioni del mercato con strumenti adeguati. La convergenza fra prodotti e servizi rende infatti necessario lo sviluppo di un nuovo modello di business, nel quale possessori di asset, fornitori di servizi e creatori di tecnologia operano in network per la realizzazione del profitto.

“Dobbiamo essere pronti a cambiare frequentemente e velocemente, perché la digitalizzazione introduce fattori di innovazione del tutto imprevedibili: per colmare le lacune di competenza è allora necessario adottare nuovi modelli di business, collaborando col mondo delle startup, ma creando anche le condizioni per attirare nuovi talenti”

Francesco Venturini, Ceo di Enel X

 

Business sostenibili per un mondo migliore

L’innovazione dipende più dalle persone e dai loro sogni, che dalla sola tecnologia. Per accenderli, Enel vuole assicurare a tutti l’accesso all’energia elettrica. Il settimo dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 dell’Onu è infatti una delle priorità verso cui abbiamo preso un impegno formale, insieme alla messa in campo di azioni mirate per la decarbonizzazione entro il 2050 (SDG13), alla promozione dell’occupazione e della crescita economica inclusiva (SDG8), così come al sostegno dei progetti educativi (SDG4). Lo ha spiegato il nostro direttore Innovability, Ernesto Ciorra: oggi non è possibile essere innovativi senza sostenibilità, ma neppure sostenibili senza innovazione. Solo il riconoscimento di questo rapporto garantisce creazione di valore e miglioramento della società. Crowdsourcing, Innovation Hubs e Innovation Communities rappresentano per Enel risorse di sviluppo per spingersi oltre i modelli di business tradizionali, perché capaci di mettere al centro proprio le persone. Oltre alle partnership con startup, aziende, università e centri di ricerca, altre iniziative efficaci sono l’Enel Innovation World Cup, il concorso del nostro Gruppo che stimola i dipendenti di tutte le country a trasformare le proprie idee in progetti da lanciare sul mercato, così come la piattaforma My Best Failure, per imparare rapidamente dai propri sbagli. Grazie a una diversificazione degli strumenti di innovazione, il nostro Gruppo ha potuto risolvere sfide che sembravano impossibili. Esempi sono la centrale Stillwater negli Stati Uniti, che combina nello stesso sito tecnologie basate sull’energia geotermale, solare termodinamica e fotovoltaica, ma anche Cerro Pabellón in Cile, il primo impianto geotermale in Sud America a 4.500 metri d’altezza. Enel ha cambiato inoltre il modo convenzionale di vedere l’auto elettrica, trasformandola in una batteria capace di stabilizzare la rete attraverso la carica bidirezionale della tecnologia V2G. Modificare il proprio punto di vista è infatti il primo passo per innovare.

“Innovability è la parola che usiamo per definire il modello di business di Enel, che collega l’innovazione alla sostenibilità. Le nostre nuove soluzioni tecnologiche servono per migliorare il pianeta, perché hanno come riferimento i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu”

Ernesto Ciorra, direttore Innovability di Enel

 

Metodologie a confronto

L’evento di Roma, alternando presentazioni ad attività di gruppo, ha permesso a manager aziendali e professori universitari di condividere le proprie idee per trovare nuovi modelli di sviluppo. Come ha spiegato Axel Rosenø, fondatore e Ceo di Innovation Roundtable, gli speaker coinvolti non offrono solo contributi per ispirare, ma guidano i partecipanti a mettere in pratica metodologie e conoscenze individuali.

Stephan Altmann, senior manager in Strategic Innovation Management per Basf nonché professore di Engineering & Management per la Mannheim University of Applied Sciences, è intervenuto per mostrare come una value chain competitiva possa essere trasformata in un business network collaborativo. Cinque i passaggi da prendere in considerazione: un disegno sistematico delle opzioni di crescita futura è altamente realizzabile ricorrendo a un portfolio strategico; la comprensione di come si innova oggi deve precedere la messa a punto delle future innovazioni; l’innovazione di domani non sarà più basata in modo primario sull’eccellenza individuale di una compagnia o su criteri di dominanza; l’essenza dell’innovazione dipenderà dall’integrazione del cliente e dalla collaborazione del partner; la capacità di elaborare nuovi modelli di business competitivi diventerà un fattore chiave per creare nuovo valore. 

“Siamo grati a Enel per aver ospitato l’Innovation Roundtable per la prima volta in Italia. È uno dei Paesi di riferimento per l’innovazione, che trae energia e ispirazione proprio dalla possibilità di allargare gli orizzonti. Dal 2008 il nostro network permette di contaminare idee e condividere best practice, coinvolgendo ogni anno più di 4000 innovation manager”

Axel Rosenø, fondatore e Ceo di Innovation Roundtable

Sebastian Budischin, direttore Corporate Business Model Innovation per Bosch, ha spiegato invece i modi migliori per individuare i progetti innovativi. Oltre alla selezione basata sull’esperienza e l’adeguatezza strategica, possono essere efficaci anche un autoselezione ripetuta in funzione delle risposte di mercato e una valutazione che, su criteri definiti, privilegi il miglior posizionamento ottenuto da un progetto. Queste misure aiutano le grandi aziende a cautelarsi dai fallimenti delle startup, che rappresentano oggi uno dei primi canali di innovazione, ma sono anche esposte ad alti rischi. I clienti non sempre pagano, prodotti o servizi poveri hanno spesso scarsa presa, il momento di lancio può non essere giusto, a volte non è corretta invece la composizione del team o delle qualificazioni. Programmi di accelerazione sono allora indispensabili per verificare quanto prima eventuali errori o inefficienze, perché i guadagni che si ottengono sul mercato - quando la concorrenza manca ancora - sono proporzionali alla velocità con cui viene individuato il prodotto o il servizio più innovativo. 

Per Reza Moussavian, direttore HR Digital e Innovation Department di Deutsche Telekom, un innovation lab al servizio delle risorse umane può rappresentare uno spazio ideale per elaborare un nuovo approccio che unisca design thinking, prototyping, Most Valuable Player e sviluppo agile. All’interno di Deutsche Telekom ha infatti permesso di supportare più di 400 progetti, aiutando a comprendere gli effetti generati dalla trasformazione digitale sul business, oltre a favorire la diffusione di competenze e metodi nel personale. Grazie a una piattaforma per l’apprendimento digitale chiamata Magenta MOOC (Massive Open Online Course), è stato inoltre possibile utilizzare software per simulare il comportamento umano attraverso l’intelligenza artificiale (chatbot), individuando nuove modalità di domanda/risposta. 

 

Guardare oltre il metodo

Molti altri interventi hanno orientato i lavori dell’Innovation Roundtable di Roma, basandosi ogni volta sulla definizione di un diverso metodo come passo fondamentale per aprire nuove vie di innovazione. Contributi sono stati offerti dalla IESE Business School dell’Università di Navarra, dal KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma e dall’Aalto University & Hanken School of Economics di Helsinki.

Lo studio dei processi attraverso un modello operativo, che procede per tentativi nella ricerca di corrispondenza fra teoria e pratica, è una conquista acquisita dalla nostra cultura da secoli, ma oggi viene messa in discussione a sua volta. La digitalizzazione sta infatti rivoluzionando anche i paradigmi della nostra conoscenza, che considera il principio meccanicistico di causa-effetto un pilastro del metodo euristico. In futuro l’innovazione non avrà più un centro definito, né una direzione univoca, ma sarà il prodotto dell’interconnessione e della condivisione. Una dimensione più vicina allo sviluppo del mondo vegetale che all’individualità animale, come ha lasciato intendere Christoph Zott, professore di Imprenditorialità alle IESE Business School, con lo slogan “Think Forest, not Trees”.

Una mente innovativa “verde” per un mondo completamente sostenibile. Il mondo delle energie rinnovabili, dello sviluppo circolare e dell’Open Innovability di Enel.