Enel, le università e l’energia della conoscenza

Enel, le università e l’energia della conoscenza

A Roma il terzo meeting annuale di We4U, il network degli atenei coordinato da Enel Foundation e con cui il nostro Gruppo sta affrontando le sfide della transizione energetica

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“Power” è una bella parola inglese che si può tradurre con potere ma anche con energia, forza, potenza. È la parola scelta da Enel Foundation per dare un titolo alla terza edizione di We4U (World Energy for universities), il meeting annuale con i partner accademici del nostro Gruppo, “The power of Knowledge for a clean energy future”, che si è tenuto a Roma, all’Auditorium Enel il 23 ottobre, con un’anticipazione la sera del 22 all’Università Luiss. Il potere della conoscenza, dunque, ma anche l’energia della conoscenza che alimenta l’innovazione.

 

La conoscenza è la chiave per il mercato dell’energia

Il rapporto di Enel con il mondo universitario è un rapporto antico e nuovo nello stesso tempo. L’idea alla base di We4U (World Energy for universities) l’ha raccontata in apertura dei lavori il CEO del nostro Gruppo e Chairman di Enel Foundation, Francesco Starace, quando ha spiegato la necessità, nata alcuni anni fa, di mettere ordine nel rapporto con centinaia di atenei e centri di ricerca in tutto il mondo. “Enel Foundation è stata scelta come focal point di questo nuovo rapporto”, ha detto il CEO ricordando che oggi per capire e partecipare all’evoluzione del mercato dell’energia “la conoscenza è la chiave: sembra banale ma non lo è perché per molti anni si è pensato che il sapere fosse solo dentro l’impresa”.

Di qui l’importanza di We4U, utile a fare il punto sui progetti di collaborazione in corso ma anche a guardare avanti, con concretezza e visione, alle nuove sfide. Tanto che l’evento si è concluso con un pitching per ragionare sulle “challenge” di ricerca che saranno lanciate sulla piattaforma Open Innovability a partire dalle esigenze (“need”) individuate dalle business line del Gruppo.

“Siamo qui per connettere imprese, startup, università: aiutateci a creare un hub più grande, a collegare i punti” ha spiegato citando Steve Jobs Ernesto Ciorra, Direttore Innovability del Gruppo, per dare il benvenuto alle università e istituti di ricerca del network We4U, ospiti della due giorni di Roma: eccellenze italiane quali i Politecnici di Milano e Torino, la Bocconi, l’Università Sant’Anna di Pisa, l’Istituto Italiano di Tecnologia, l’Università di Genova, Ricerca sul Sistema Elettrico (RSE), la Luiss (una new entry), ma anche il MIT di Boston, l’Università di Berkeley in California, la Columbia University di New York, la Strathmore University di Nairobi, la Universidad Pontificia Comillas di Madrid.

Il rapporto con atenei e centri di ricerca, dunque, come un nodo di una rete più ampia, un vero e proprio ecosistema di innovazione che include startup, aziende, piattaforme di crowdfunding e che, in questi anni, ha portato alla nascita di dieci Enel Innovation Hub in ogni parte del mondo per intercettare l’innovazione là dove nasce. Un esempio di strategia Open Power applicata.

 

Dai Big Data all’Africa: i progetti di ricerca

Bastava seguire i quattro panel del meeting per capire l’importanza dei progetti di ricerca avviati in collaborazione con le università in questi anni. Per esempio la ricerca condotta del Politecnico di Torino, in collaborazione con Enel Foundation ed Endesa Energia, e illustrata dal Rettore Guido Saracco, per studiare grazie ai Big Data e agli smart meter come servire sempre meglio i nostri clienti. O piuttosto l’analisi socio-economica e ambientale sui vantaggi della transizione verso la mobilità elettrica, offerta da Fuelling Italy’s Future, ricerca presentata lo scorso settembre e coordinata da Fondazione Enel con la collaborazione dell’Università Bocconi e di prestigiose istituzioni come la European Climate Foundation e Transport & Environment, illustrata da Federico Caleno, Responsabile e-Mobility Solutions Development di Enel X.

E ancora il progetto Open Africa Power che vede partner come Strathmore University in Africa e atenei italiani quali i Politecnici di Milano e Torino, l’Università Bocconi e la Florence School of Regulation insieme ad Enel Foundation per formare una nuova generazione di leader africani impegnati per un futuro a energie pulite: a raccontare il progetto è stato Izael da Silva, Deputy Vice Chancellor per la Ricerca e l’innovazione dell’Università di Strathmore, a Nairobi.

A Roma si è parlato anche del progetto di ricerca sulla valutazione di impatto dei progetti di accesso all’energia nei Paesi in via di sviluppo, condotto sempre da Fondazione Enel in collaborazione con il Politecnico di Milano, Enel Green Power e ESMAP, l’Energy Sector Management Assistance Program di World Bank, di cui ha parlato Emanuela Colombo del Dipartimento di energia dell’ateneo milanese. 

 

Social science e data science insieme 

La trasformazione digitale investe tutti i settori, ha spiegato a We4U il Rettore della Luiss Andrea Prencipe. “La digital literacy rappresenta uno dei pilastri delle professioni del futuro, trasversale a tutti i settori. Ma ogni rivoluzione tecnologica è anche una rivoluzione umana e sociale, quindi nel mondo complesso di oggi è sempre più indispensabile che social science e data science si parlino” ha detto spiegando la necessità di una formazione per “generalisti specializzati” e giocando sull’acronimo STEM (science, technology, engineering and mathematics) che dovrebbe diventare STEAM, arricchito cioè degli studi in Arts and Humanities.

E ha aggiunto: “Le organizzazioni sono molto più lente della tecnologia: la grande sfida della trasformazione digitale è un’organizzazione capace di sfruttare tutte le potenzialità dei dati”.

È lo sforzo di trasformare il nostro Gruppo in una “data driven company” illustrato da Giuseppe Amoroso, Responsabile Digital Strategy and Governance della Global Digital Solutions di Enel. Un’evoluzione che impatta anche sulla cybersecurity, dove contano sempre di più il coordinamento e lo scambio di informazioni. “All’Osservatorio sulla cybersecurity cui partecipiamo sono presenti anche i nostri competitor” ha raccontato Yuri Rassega, Responsabile Cybersecurity di Global Digital Solutions.

Una strategia Open Power, quindi, anche nella ricerca sulla sicurezza informatica, perché “più si è sofisticati e più si è vulnerabili”, ha spiegato Costas Spanos, Direttore del CITRIS (Center for Information Technology Research in the Interest of Society) dell’Università di Berkeley.

 

I megatrend del futuro

Grazie alla qualità e alla statura internazionale dei panelist, We4U ha lanciato uno sguardo sui megatrend chiave per il futuro del nostro Gruppo che hanno scandito i quattro panel moderati da João Duarte, Deputy Director di Enel Foundation, e Iulia Lazar, di Innovability di Enel: oltre a digitalizzazione & cybersicurezza, elettrificazione, accesso all’energia e mobilità elettrica.

Come ha spiegato Christoph Meinrenken, ricercatore dell’Earth Institute/Climate Center della Columbia University, data analysis e machine learning consentiranno di ottimizzare i flussi di energia in rapporto alle abitudini dei consumatori, per esempio in relazioni agli orari della giornata e ai picchi di utilizzo. E se è certo che il futuro dell’elettrificazione dipenderà anche dalla regolamentazione, il ruolo delle università e dei centri di ricerca sarà sempre di più quello di fornire alla politica buoni strumenti per la definizione delle policies, modelli utili a produrre buone predizioni.

Di tecnologie si è parlato anche nel panel dedicato all’accesso all’energia, un’emergenza per 1,2 miliardi di persone nel mondo che non dispongono di elettricità, di cui la metà in Africa. “Nei prossimi decenni metà della popolazione africana sarà urbanizzato: rischiamo di trovarci alle prese con il paradosso che le persone più povere dovrebbero essere quelle che pagano di più per avere l’elettricità” ha spiegato Lamberto Dai Pra', Responsabile Africa, Asia and Oceania di Enel Green Power.

Che fare? Una domanda alla quale ha provato a rispondere Ignacio Perez Arriaga, Visiting Professor del Center for Energy and Environmental Policy Research del MIT di Boston e membro del comitato scientifico di Enel Foundation. Secondo Arriaga il futuro è la trasformazione delle utility in “integrated distribution company” nei Paesi in via di sviluppo per accelerare l’elettrificazione attraverso le energie rinnovabili. “Dove manca l’accesso alla rete devono crescere le mini-grid, micro-grid o impianti off-grid ma che vanno sviluppati tecnologicamente nel modo migliore perché un giorno saranno collegati alla rete in modo permanente”.

La tecnologia digitale, naturalmente, è anche il cuore del futuro della mobilità elettrica. Il Vehicle-to-grid (V2G), che Enel ha già lanciato in Nord Europa e sta sperimentando in Italia, consentirà di trasformare l’e-car in una batteria che permetterà di scambiare energia con la rete, offrendo così servizi di bilanciamento ai gestori elettrici in cambio di una remunerazione per il proprietario dell’auto. Dall’e-mobility passerà anche la trasformazione sociale, antropologica e urbanistica delle città, come raccontato da Marco Percoco, Direttore del centro di ricerca GREEN (Geography, Resources, Environment, Energy and Networks) della Bocconi, e da Umberto Fugiglando, ricercatore del Senseable City Lab del MIT. Basti pensare all’impatto dei veicoli senza guidatore, al car sharing, ai nuovi servizi nelle stazioni di ricarica. Le smart city del futuro.

Il futuro di Enel, invece, passerà anche dall’innovazione che svilupperemo nei prossimi anni in collaborazione con le università. A We4U sei tavoli di lavoro hanno messo a fuoco le possibili indicazioni di ricerca per rispondere alle esigenze (“need”) individuate dalle business unit del Gruppo: da una nuova generazione di sensori per monitorare il ciclo di vita degli impianti eolici all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale per un approccio predittivo allo storage delle batterie al litio.

Sapere è potere, il potere della conoscenza che si trasforma in energia: the power of knowledge, appunto.