Africa, il valore condiviso delle rinnovabili

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La creazione di valore condiviso non è uno strumento di compensazione sociale o un intervento filantropico, ma un modello innovativo per fare business: le aziende restano competitive ma legano i risultati economici al successo delle comunità in cui operano.

Un approccio che può guidare la crescita sostenibile dell’Africa e che nel continente sta assumendo un'importanza strategica. Questo il focus del primo Africa Shared Value Summit, che si è svolto dal 24 al 26 maggio a Johannesburg, in Sudafrica.

Enel è stata tra gli sponsor dell'evento attraverso Enel Green Power, la divisione Rinnovabili del Gruppo, che già da diversi anni ha integrato la CSV (Created Shared Value) nel proprio modello di business, definendo la progettazione di ogni nuovo impianto rinnovabile a partire dalle relazioni con i territori, per ascoltare, comprenderne le esigenze, formare competenze, promuovere lo sviluppo.

Un’esperienza raccontata nel corso del summit da Maria Cristina Papetti, responsabile Sustainability Projects & Practice Sharing di Enel, intervenuta a un panel sul tema “Crescita delle rinnovabili e uguaglianza sociale”.

“Le energie rinnovabili – ha sottolineato Papetti nel suo intervento – sono fondamentali per il futuro energetico dell'Africa, dove oggi oltre 600 milioni di persone non hanno ancora accesso all'energia. Gli impianti rinnovabili sono più decentralizzati, hanno tempi più brevi di costruzione, sono più facili da installare e possono costituire un volano di crescita, creando posti di lavoro e favorendo uno sviluppo economico e sociale inclusivo”.

Le rinnovabili, dunque, come veicolo per la creazione di valore per i territori ma anche come strumento per innovare. Nuove tecnologie in campo energetico come mini-grid e sistemi off-grid, oltre ad offrire soluzioni per portare elettricità nelle zone rurali e più remote, possono essere strumento di volano delle tante piccole imprese che stanno nascendo in Africa e che devono mantenere bassi i costi di produzione, di cui l'energia è un elemento, per mantenere basso il prezzo del prodotto ai propri clienti a basso reddito. “Queste tecnologie innovative e sostenibili – ha aggiunto Papetti – possono garantire un concreto progresso e ricchezza. Renewables, sistemi di batterie, tecnologie smart e digitali, e altri tipi di innovazione, rappresentano un fattore chiave per la creazione di un nuovo modello di reti di distribuzione in gran parte dell'Africa”.

Altro elemento chiave nell'applicazione del modello CSV, sottolineato dalla manager Enel, è quello del lavoro in partnership: la collaborazione con organizzazioni non governative, imprese sociali e organizzazioni internazionali possono aiutare l'azienda a intercettare idee innovative da trasformare in azioni.

Con questo approccio Enel sta realizzando numerosi progetti in diversi Paesi africani, creando opportunità di occupazione per giovani e adulti, favorendo l’educazione delle giovani generazioni e un miglioramento complessivo delle condizioni di vita delle comunità.

Tra le iniziative più significative, Papetti ha ricordato i progetti Liter of light e PV Training academy in Sudafrica, Powering Education in Kenya, Crowd4Africa e la collaborazione con Emergency in Uganda.

Quello delineato all'Africa Shared Value Summit è un percorso strategico che, integrando business, sostenibilità e innovazione, punta al raggiungimento di quattro dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda al 2030 dell'Onu: sostenere progetti educativi (SDG 4), assicurare l’accesso all’energia pulita ed economicamente accessibile (SDG 7), promuovere l’occupazione e una crescita economica inclusiva (SDG 8), adottare azioni per il contrasto al cambiamento climatico (SDG 13).

Al summit di Johannesburg per Enel è intervenuta anche Lizeka Dlepu, responsabile Sustainability in Africa del Gruppo, tra le relatrici di un panel dedicato alla relazione tra il modello CSV e il Broad-Based Black Economic Empowerment (B-BBEE), il piano di emancipazione economica avviato dal governo sudafricano all’inizio degli anni 2000.

L'Africa Shared Value Summit è stato organizzato dalla società di consulenza FSG già promotrice del Shared Valued Leadership Summit di New York. Il Created Shared Value è un concetto definito dagli economisti Michael Porter e Mark Kramer in un articolo pubblicato dalla Harvard Business Review nel 2011.