Rinnovabili, roseo anche il futuro prossimo

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Nonostante un contesto economico difficile e le incertezze presenti nelle politiche energetiche e climatiche dei Paesi occidentali, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili aumenterà del 40% tra il 2012 e il 2018, arrivando a coprire il 25% della domanda elettrica mondiale, contro il 20% attuale.

La previsione è dell'International Energy Agency (Iea), recentemente confermata a Parigi da Maria van der Hoeven, direttrice esecutiva dell'IEA, durante i lavori del “Syndicat des Énergies Renouvelables”.

Due sono i fattori che stanno accelerando questo processo:

  • la crescita degli investimenti nei mercati emergenti, guidati dalla Cina, che andrà a compensare il prevedibile rallentamento nei mercati di Usa e Ue
  • la riduzione dei costi che sta avvicinando la competitività economica delle tecnologie rinnovabili a quella dei combustibili fossili anche in assenza di sistemi di incentivazione.
     

Sotto il primo aspetto, i Paesi emergenti e in via di sviluppo rappresenteranno i due terzi dell'aumento globale della produzione da qui al 2018. Invece per la riduzione dei costi, che pure riguarderà un po' tutte le tecnologie, sarà l'energia eolica a beneficiarne in modo particolare.

Nel complesso vi sono diversi Paesi (per esempio il Brasile, il Cile e altri dell'America Latina, ma non solo) in cui l'energia eolica, e in casi particolari anche quella solare, saranno presto competitive con i combustibili fossili.

Secondo l'Iea, nel 2035 quasi la metà dell'energia elettrica del mondo sarà assicurata dalla fonti rinnovabili, con l'Europa che continuerà a mantenere la propria leadership con una generazione rinnovabile intorno al 60%.

Ovviamente non mancano le sfide da superare, anche perché – ammonisce l'Iea – lo sviluppo del settore sta diventando sempre più complesso, in particolare per quanto riguarda i problemi relativi al processo di integrazione nella rete.

Nel complesso, però, le previsioni dell'Iea confermano le scelte strategiche del Gruppo Enel, orientate a sfruttare tutte le opportunità nei mercati in maggiore sviluppo, tramite una opportuna diversificazione tecnologica e la realizzazione di investimenti strategici laddove essi sono giustificati dall'abbondanza delle risorse naturali, piuttosto che da aleatorie politiche di incentivazione.