La sostenibilità (che dura) nasce dal basso

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L'energia del futuro, sostenibile e pulita, nasce dal basso. Lo dicono fatti e storie che uniscono la giungla del Mato Grosso in Brasile con i laghi salati e i vulcani del deserto di Atacama in Cile, ma anche con la intraprendente e sviluppata pianura lombarda in Italia: luoghi diversi per storia, ambiente, popolazione che tuttavia condividono nell'esperienza di Enel quel modello di sviluppo che un famoso articolo della Harvard Business Review, pubblicato nel febbraio 2011, ha sintetizzato nell'espressione oggi ormai comune Creating Shared Value (CSV), creazione di valore condiviso.

Costruire impiantimetterli in esercizio e mantenerli efficienti negli anni non è mai stata impresa facile: è grande l'impegno ingegneristico, l'investimento economico e il lavoro quotidiano. Oggi questo percorso nel tempo è arricchito e reso più semplice dalle nuove tecnologie. Ma a renderlo più efficace e a garantire che le infrastrutture portino vantaggi più duraturi a chi beneficia dell'elettricità prodotta come a chi costruisce gli impianti è un nuovo modo di concepire la sostenibilità nel quale il dialogo tra aziende e comunità svolge un ruolo sempre più importante.

In Enel l'approccio CSV è ormai una consuetudine per Enel Green Power, la società delle rinnovabili che all'interno del Gruppo ha più sviluppato negli ultimi anni nuovi impianti tra Africa, Americhe ed Europa. E da EGP vengono numerosi esempi di iniziative di ascolto, rivolte alle comunità interessate dalla costruzione di nuovi impianti e dall'ammodernamento di esistenti, che hanno portato a identificare i vari bisogni locali e a sviluppare progetti per lo sviluppo socio-economico del territorio e la conservazione del patrimonio naturale.

In zone remote del Brasile e del Cile, ma anche in aree industrializzate dell'Italia, questo "stile" ha portato alla realizzazione di progetti integrati e multi-settore con il contributo diretto delle comunità locali. Nello Stato brasiliano del Mato Grosso, ad esempio, Enel Green Power sta realizzando il complesso idroelettrico di Apiacás per rispondere alla domanda di energia che cresce al ritmo del 4% annuo. Ma ben prima di avviare la costruzione di turbine e condotte EGP ha viaggiato per i villaggi della municipalità di Alta Floresta per scoprire i bisogni degli abitanti e avviare progetti educativi, di tutela dell'ambiente e riforestazione, di sviluppo delle infrastrutture e dell'imprenditoria agricola locale.

Altro parallelo e altro Paese, lo stesso "stile" di Apiacás si ritrova in Cile dove EGP sta costruendo il primo impianto geotermico di tutta l'America Latina a Cerro Pabellón e insieme alle comunità atacameñe e quechua ha posto le basi per progetti di tutela di specie protette, di valorizzazione del territorio e per l'avvio di iniziative di micro-imprenditoria. Cambio di continente e di storia e l’impostazione CSV di EGP si trova come filo rosso anche nelle centrali idroelettriche di San Pellegrino e Mura, impianti del Novecento ristrutturati secondo il modello di "cantiere sostenibile" e con il costante confronto con le amministrazioni pubbliche locali.